An Anthropologist on Mars è il titolo di un saggio pubblicato da Oliver Sacks nel 1993. In questo saggio viene introdotto il tema dell’autismo per un pubblico molto ampio e viene narrata la storia della signora Grandin.
An Anthropologist on Mars è il titolo di un saggio pubblicato da Oliver Sacks nel 1993. In questo saggio viene introdotto il tema dell’autismo per un pubblico molto ampio e viene narrata la storia della signora Grandin. Il titolo nasce da un racconto fatto proprio dalla signora Grandin sulla percezione delle interazioni sociali quotidiane. Ma quale sarebbe la percezione di un antropologo non autistico se dovesse studiare l’autismo e, nello specifico, l’occupazione delle persone autistiche? Esiste un’antropologia dell’occupazione delle persone autistiche? Perchè dovremmo preoccuparci di questi fenomeni?
David Platzer è un dottorando in antropologia medica della John Hopkins University e durante gli ultimi quattro anni è stato impegnato nelle indagini sui livelli di occupazione delle persone autistiche. Ha viaggiato in tutti gli Stati Uniti, ha passato molto tempo a Bangalore, in India, dove ha incontrato centinaia di adulti autistici e molti dei membri delle loro famiglie, nonché i datori di lavoro e i rappresentanti di organizzazioni come Autism Speaks e Specialisterne. In totale ha condotto oltre centocinquanta interviste strutturate e ha compilato un ampio archivio di storie sull’occupazione delle persone autistiche.
Platzer si occupa di ciò che sta accadendo nel mondo dell’occupazione delle persone autistiche e ha identificato tre turni che si verificano all’interno del mondo del lavoro, nelle norme e nelle convinzioni delle persone che sono rilevanti sotto molti aspetti.
La consapevolezza della neurodiversità nella cultura aziendale: il concetto di ‘neurodiversity employment’ sta lentamente entrando nella cultura del lavoro. Il libro di Steve Silberman, NeuroTribes, che nel 2015 ha diffuso l’idea della neurodiversità, continua ad avere influenza ed è stato unito da un normale flusso di articoli e di saggi sull’occupazione di neurodiversità in sedi come la Harvard Business Review e il New York Times. Il recente summit Autism at Work, ospitato da SAP e Microsoft nel mese di aprile, ha attratto moltissime aziende, sostenitori e genitori.
Le grandi aziende come Airbnb, Salesforce, LinkedIn e Facebook stanno aumentando gli sforzi per includere sempre più persone con problemi neurologici mentre alcuni progetti pilota sono in fase di pianificazione in altre imprese globali tuttavia il numero di impiegati per ora rimane molto modesto. Ma le idee che la ‘neurodiversity employment’ porta valore e porta all’innovazione si stanno diffondendo sempre di più.
Articolo di Michael Bernick, tradotto e commentato da Gianluca Pedemonte
Se siete interessati alla versione intergrale dell’articolo potete trovarla qui.