Riportiamo di seguito la traduzione di un articolo scritto da Shanna Jackson sulla piattaforma Robot4Autism.
Uno studio attualmente in corso sugli studenti autistici che lavorano con il curriculum di Robot4autism mostra, attraverso l’analisi degli impulsi cerebrali, un notevole miglioramento delle funzioni. Da quanto emerge in questa ricerca i bambini che lavorano con questo programma ottengono notevoli progressi nell’acquisire competenze sociali ed emotive anche quando migliaia di ore di terapia tradizionale non hanno prodotto risultati.
Shelley Margow, terapista occupazionale e direttore clinico, ha utilizzato l’encefalogramma quantitativo (QEEG) per mappare la funzione cognitiva delle onde cerebrali dei suoi pazienti prima e dopo aver lavorato con Robots4Autism. “Abbiamo iniziato ad avere dei progressi in tre-quattro mesi che non avevamo visto in anni di terapia” – racconta la Dott.ssa Margow – Abbia rilevato anche dei miglioramenti nei casi più gravi che di solito hanno bisogno di più tempo per la prograssione delle abilità”.
Le mappe cerebrali hanno mostrato che vi era una maggiore attività in almeno tre-cinque aree funzionali del cervello e questi centri tendevano a mostrare una crescita nel lungo periodo. “La terapia con il robot apre la strada al progresso sociale e rende la terapia ‘umana’ molto più efficace.” conclude Margow.
La Dott.ssa Margow ha individuato le sezioni cerebrali dei suoi studenti in cui si sono verificati eventi anomali come emozioni e comunicazioni. Come la maggior parte dei terapeuti e degli esperti di autismo la Dott.ssa Margow ha bisogno di un sistema mirato che possa ricondizionare o aiutare la mente dei ragazzi autistici a sviluppare i percorsi per l’elaborazione emotiva e la socializzazione. Robots4Autism è la soluzione perfetta poiché le lezioni di Milo sono pensate per aiutare i bambini a sviluppare tecniche di autoregolamentazione, a capire le emozioni degli altri e sviluppare efficaci capacità sociali.
Dopo tre mesi di lavoro con Milo le mappe mentali dei suoi studenti hanno mostrato un enorme cambiamento nel modo in cui i loro cervelli ricevevano e trattavano informazioni.
Articolo di Shanna Jackson, traduzione a cura di Gianluca Pedemonte
Se siete interessati alla versione originale potete trovare l’articolo completo cliccando qui.