Ideato e creato da una start up londinese fondata da due ragazzi bergamaschi, Cubetto è il robot dedicato ai bambini. È stato progettato grazie al sistema Arduino, cuore di Roboable –
Circa un anno fa (8 marzo 2016) su Kickstarter due ragazzi italiani, residenti a Londra, lanciarono una campagna internazionale per la promozione di Cubetto, il robot pensato per la scuola primaria che unisce il metodo Montessori al coding e che si ispira al sistema della tartaruga del linguaggio LOGO.
Ma procediamo con ordine. Cos’è Cubetto? Il pacchetto è composto da un robot interamente in legno, da una console fisica con un set di 16 blocchi colorati, una mappa e un libro delle attività che si possono svolgere con esso. Il robot si muove su ruote e si controlla via Bluetooth tramite la console dove, a ciascuno dei colori, corrisponde un comportamento diverso. Per ciascun colore si ha un comando preciso: avanti, destra e sinistra e, disponendo i tasselli uno dopo l’altro, si programma il comportamento di Cubetto che si muoverà poi sul suo percorso seguendo le istruzioni appena inserite.
La vera peculiarità di Cubetto risiede nell’assenza di uno schermo infatti è pensato per bambini in età prescolare, dai tre ai sei anni, e al posto dei segni grafici permette di creare stringhe di programmazione attraverso sequenze “concrete”, fatte da piccole piastrelle di legno, ciascuna con forma e funzione differente. Le piastrelle vengono appoggiate una accanto all’altra, in un ordine scelto dal bambino, sulla console, anch’essa ricoperta di legno. Premendo il tasto ‘Go’, cubetto riceve il messaggio dalla console e si sposta in avanti, indietro, a destra o a sinistra secondo i comandi dettati dal giocatore. Uno degli obiettivi principali dell’intero progetto è quello di insegnare le materie STEM ai più piccoli senza la necessità di interfacciarsi con uno schermo.
Il gioco fa parte del programma “Arduino At Heart program” e ha ottenuto tramite crowfunding finanziamenti per più di 438mila dollari, grazie anche al sostegno di investitori come Randi Zuckerberg, sorella di Mark, il fondatore di Facebook, e Massimo Banzi, cofondatore di Arduino.
Anche per Cubetto, come per Roboable, è Arduino il vero cuore del dispositivo. Il progetto open source, nato nel 2005 ad Ivrea, si presta particolarmente bene a questo tipo di device. Infatti una volta programmata, la scheda permette di intervenire sull’attività di altri oggetti in modo quasi illimitato e questo è il valore aggiunto di questo hardware. Inoltre Arduino ha un software di programmazione tutto suo derivato dal C/C++.
Un altro dei principali punti di forza di Cubetto risiede nelle sue potenzialità come gioco inclusivo. Infatti può essere utilizzato da bambini vedenti e non vedenti con la medesima impostazione, così da creare un’atmosfera di apprendimento egualitario. Combinando movimento, tatto e udito, Cubetto aiuta anche i bambini con disabilità a rafforzare le capacità di sequenziare e comunicare.
Durante gli ultimi anni tuttavia molte aziende hanno progettato dei robot destinati ai più piccoli con l’obiettivo dichiarato di potenziare l’apprendimento del coding. Questo dimostra ancora una volta quanto il settore della programmazione e del coding si stia affermando a livello globale. L’azienda cinese Xiaomi per esempio ha creato Toy Block, un robot realizzato con piccoli mattoncini in stile Lego e che offre la possibilità ai bambini di interagire con il giocattolo direttamente tramite l’applicazione disponibile per smartphone e tablet. Tramite l’applicazione è possibile programmare le varie azioni del giocattolo e decidere in che direzione farlo muovere.
Un altro robot che può essere programmato direttamente tramite smartphone è Bo, prodotto da Play-y una società composta da ex dipendenti Google e Apple. Sempre prodotto dalla stessa società è Dash&Dot il robot dedicato ai bambini dai cinque anni in su. Dash è un robot che si muove e che interagisce con l’ambiente circostante, mentre Dot è il controller con cui impartire gli ordini a Dash attraverso il Bluetooth. Sul sito della società si possono trovare molte applicazione che arricchiscono l’esperienza di gioco.
Un altro dispositivo che ha raggiunto un notevole successo su Kickstarter, ottenendo circa 400.000 dollari di donazioni è“> Root. Si tratta di un dispositivo molto piccolo che non si pone obiettivi di età, infatti è stato creato per insegnare le basi della programmazione a qualsiasi persona, di qualunque età.
Sempre su Kickstarter è stato lanciato anche Kamibot, il robot originario della Corea del sud che utilizza il linguaggio di programmazione Scratch (di cui vi abbiamo parlato più volte), dedicato ai bambini dagli otto ai diciassette anni.
Gianluca Pedemonte